Fanfiction a quattro mani scritta per il Fanfict CONTEST
RANMA indetto dal sito di Topmanga.
I vapori avevano invaso l’ambiente circostante, mentre il
caratteristico effluvio delle pietanze fritte non aveva tardato ad intasare
ogni poro dell’angusto locale.
Produttiva come dieci uomini, la vecchia Obaba era
affaccendata a bollire degli spaghettini cinesi in un pentolone all’apparenza
più massiccio della sua figura minuta.
L’amazzone non mostrava il minimo segno di fatica e, in ogni
caso, sapeva che non avrebbe avuto tempo per la più breve delle soste: l’ora di
pranzo era imminente, così come l’arrivo dei clienti del ristorante. Non che
fosse in difficoltà, precisò tra sé, tuttavia… un po’ di aiuto sarebbe comunque
stato gradito, specie da parte di certi sfaccendati che, come di consueto, non
alzavano un dito nel momento del bisogno.
- Mousse, si può sapere dove ti sei cacciato? Ti ho chiesto
di portarmi quelle spezie almeno cinque minuti fa!
Come in risposta alle proteste della vecchia, il chiamato in
causa fece capolino nella stanza. Sarebbe stato impossibile non accorgersene,
dato che la figura del mandarino, vestito di tutto punto con tanto di
cravattino al collo, stonava in maniera impressionante con ogni singolo
elemento della cucina del Nekohanten.
- Prendi, Obaba! E ora vedi di lasciarmi stare! - disse con
fare seccato. Poi sfilò dalla tasca due biglietti, questa volta mostrando una
compiaciuta soddisfazione. - Oggi è il mio grande giorno. Quando Shampoo
tornerà dal giro di consegne e vedrà questi inviti per la ‘dodicesima mostra
internazionale delle statue di cera funeree dal gusto pacchiano’, si renderà
finalmente conto della mia innata classe. E così non potrà non cadere ai miei
piedi… ah, ah, ah… AAAH!
Il disgraziato era appena inciampato contro un ostacolo,
crollando rovinosamente di fianco allo sgabello su cui si poggiava Obaba.
- E’ questo che combini, invece di lavorare? Comunque
faresti bene a metterti gli occhiali: per adesso, sembra che sia tu ad essere
caduto ai miei piedi. Ma ci vorranno cent’anni prima che possa uscire con una
bella donna come la sottoscritta. - commentò l’amazzone.
- C’è poco da scherzare, vecchia! Nemmeno tu puoi lottare
contro il destino, ed io sento che sarà Shampoo, inesorabilmente, a venire da
me.
Una presenza fece il suo ingresso nella sala principale.
- Salve, c’è nessuno? Sono venuto per…
- Shampoo! Lo sapevo che saresti venuta da me! Finalmente
hai accettato il mio amore!
Mousse accorse dalla cucina, stabilendo il nuovo primato dei
cento metri, e si fiondò ad abbracciare il malcapitato.
- Cosa aspettiamo, ancora? Sposiamoci!
- Mi dispiace, ma ho già moglie e figli! - replicò nauseato
il fattorino. - Come stavo dicendo, sono venuto per consegnare questo pacco.
Detto ciò, lasciò cadere l’involucro sui piedi del
mandarino, il quale, dolorante, si decise ad allentare la presa. L’uomo non si
lasciò sfuggire quell’occasione e scappò in ritirata.
Obaba si affacciò con aria impaziente.
- Non gingillarti, Mousse! Cos’è quella roba?
- Uh… credo una consegna per te. Ma non mi sembra una cassa
di cibo.
L’anziana amazzone socchiuse le palpebre. La sua ordinazione
speciale era arrivata, una buona volta. Un lieve ghigno le alterò il volto, già
abbondantemente increspato dall’età.
- Non impicciarti e porta subito qua! - ordinò drastica al
subordinato.
Mousse afferrò il pacco con ambo le mani e si affrettò a
consegnarlo alla vecchia, intuendo che non era il caso di spazientirla
ulteriormente. Trovandosi ancora privo di occhiali, non poté leggere che
l’indicazione del mittente portava scritto ‘Guida di Zhou Chuan Xiang, Cina’.
Non fu nemmeno in grado di accorgersi che il pacco, nella caduta, si era
bucato, lasciando a terra una gran quantità di polistirolo e qualcos’altro.
Qualche istante più tardi nella sala, ormai di nuovo
deserta, fece il proprio ingresso Nabiki Tendo.
- Buongiorno a tutti… oh, vedo che sono la prima cliente:
penso di essermi guadagnata il diritto ad un buono sconto, non credete? -
Attese una risposta che non arrivò. Schioccò le dita, frustrata: se fossero
arrivate altre persone, lei come avrebbe potuto fare qualche affare con le due
cinesi? Spazientita, si guardò attorno fin quando la sua attenzione fu
calamitata dalla roba che giaceva ai suoi piedi. In particolare, risaltava una
minuscola boccetta colma di liquido trasparente.
- Noto che il servizio lascia alquanto a desiderare… offrire
boccette di profumo gratis ai visitatori non vi basterà, per farvi perdonare,
ma lo accetterò come un buon inizio. - Lesta, si spruzzò il contenuto sul viso
e sulle mani.
*Che cosa… non è profumo, ma semplice acqua! Questo
scherzetto costerà molto caro.* rifletté, mentre la sua mente calcolatrice già
provvedeva a quantificare i danni materiali e morali.
Nel frattempo, era entrato Ranma assieme agli inseparabili
Hiroshi e Daisuke.
- Ho proprio voglia di un bel piatto di ramen caldo…
- Come sei fortunato, Ranma, con tutte le tue spasimanti!
Scommetto che Shampoo non ti farà pagare niente…
- A proposito, non vedo né lei né la vecchia mummia. Com’è
che nessuno serve ai tavoli?
Una bicicletta sbucò alle spalle del trio, colpendo in pieno
il ragazzo col codino.
- Shampoo è tolnata!… Aiya, Lanma! Stale aspettando Shampoo?
Come sono felice! - Senza dare al disgraziato il tempo di rialzarsi, gli si
gettò sopra, avvinghiandoglisi con forza in una posizione molto equivoca.
- Sha… Shampoo… buon… giorno anche a te… - biascicò Ranma,
con evidenti difficoltà di respirazione.
Hiroshi e Daisuke borbottarono qualche parola d'invidia nei
confronti del loro compagno di classe, prima di salutare la senpai Nabiki, la
quale dal canto suo aveva riacquistato tutto il proprio buon umore gustando la
graziosa scenetta.
*E’ un vero peccato non avere la macchina fotografica a
portata di mano, per immortalare il momento… chissà la mia sorellina come la
prenderebbe!*
Improvvisamente, Ranma guardò verso di lei, e il volto del
ragazzo assunse un’espressione di terrore puro.
- A… Akane! Aspetta, n-non è come può sembrare! - gesticolò,
come morso da una tarantola.
Nabiki si voltò, ma dietro di sé non scorse anima viva.
- Akane? Ma dove la vedi? Non sarai diventato orbo come
Mousse, spero?!
Il giovane Saotome riuscì a sottrarsi dalla presa di Shampoo
e si rizzò in piedi. *Sta farneticando! Stavolta dev’essere fuori di sé.*
considerò. Mentre lui non era proprio in vena di sostenere la furia della
fidanzata.
- E poi cos’hai da fissarmi tanto? - sbottò Nabiki,
avanzando verso di lui. - Ho il viso sporco?
Ranma indietreggiò cautamente.
- Vuoi… vuoi combattere? - balbettò, assumendo la posizione
di difesa.
Nabiki non comprendeva. *Un momento, crede che io sia Akane!
Quelle due cinesi devono averlo drogato per l’ennesima volta… anche se
situazioni come questa si verificano, di solito, dopo che ha mangiato qui!*
Si accinse a farlo tornare in sé, quando si specchiò
casualmente nel vetro adiacente.
L’immagine riflessa era quella di Akane.
Nabiki strabuzzò gli occhi, guardandosi incredula. *Cavolo,
sono diventata mia sorella! Ma come sarà potuto succedere, come…* interruppe il
suo pensiero. Prima di ogni altra cosa, doveva risolvere in qualche modo
l’equivoco con Ranma.
Così, ridusse ulteriormente la distanza che la separava
dall’adolescente con il codino.
- Adesso ascolta bene ciò che ho da dirti, Ranma! Se proprio
vuoi che non ti picchi…
Lui deglutì nervosamente. Shampoo, Hiroshi, Daisuke e i
clienti sopraggiunti attesero in religioso silenzio.
- … dammi tremila yen!
Tutti caddero gambe all’aria. Ranma sborsò, troppo
sbigottito per opporsi e con la chiara impressione di non capirci più niente.
Quella serpe di Nabiki stava diventando contagiosa?
La falsa Akane, dal canto suo, era altrettanto incredula.
Ranma l’aveva pagata senza fiatare, credeva che fosse sua sorella a tal punto
da non insospettirsi nemmeno per via dell’anomalo comportamento tenuto. Corse
via dal locale, aveva bisogno di pensare un poco da sola.
Si ricordò di avere uno specchietto in tasca. Lo tirò fuori
e riflesse, ancora una volta, la propria immagine. Come aveva fatto a
trasformarsi? Cos’aveva fatto di particolare negli ultimi minuti?
*Diamine, come faccio ora a tornare me stessa?*
Istantaneamente, Nabiki riacquisì le proprie sembianze.
*Cosa… ora ho capito! Mi è bastato concentrarmi sul pensiero
di riavere il mio aspetto. E prima, sono diventata Akane immaginando la faccia
che avrebbe fatto la mia sorellina… Davvero un potere molto, molto
interessante.*
Accennò a rimettere lo specchietto in tasca, ma così facendo
si accorse che era già occupata.
*E questa cos’è?* Estrasse una sfera, perfettamente rotonda
e con sopra inciso il disegno di una stella. Un altro mistero, dato che era
sicura di non averla mai vista prima.
Frattanto, al Nekohanten, Obaba era tutta intenta a frugare,
invano, nel pacco.
- Ehi, Mousse! Non hai sentito delle voci? Mi sa che di là è
arrivato qualcuno, va’ a vedere!
Il quattrocchi, che in tutto quel tempo aveva ripreso a
fantasticare sul suo momento magico con Shampoo, ritornò alla realtà fissando
stranito la vecchia: questa, data la sua statura, era praticamente sommersa
dall’imballaggio, tanto da poter essere presa come parte integrante del
contenuto.
- Uhm? Guarda un po’. Si vede che quelli della mostra mi
hanno spedito un campione omaggio… Però questa bambola funebre di cera a forma
di scimmia è davvero troppo brutta, perfino per i miei gusti!
Detto ciò, Mousse si diresse senza esitazione alcuna verso
Obaba, la afferrò e si accinse a buttarla nella pattumiera.
- Cosa stai facendo, idiota? Sono io! - L’amazzone lo
picchiò in testa col bastone.
- Aaaah! Questa bambola mostruosa… parla e si muove!
Dev’essere sicuramente maledetta!
- Smettila di dire una fesseria dietro l’altra! - Con una
nuova mazzata, Obaba spedì definitivamente il mandarino nel mondo dei sogni.
*Non capisco, ma dov’è finita quella dannata boccetta?!*
Yuka adorava fare shopping e finalmente aveva ricevuto
l'agognata paghetta dai suoi vecchi.
Si trovava nel negozio “dolci sogni” inglobato nel centro commerciale della
zona più trafficata di Tokyo, in compagnia di Sayuri, quando vide Nabiki
attraversare la porta a vetri automatica.
La ragazza, dopo un breve giro d'ispezione, fece scorrere sei o sette grucce di
corredi intimi all'ultima moda e, cosa più unica che rara, li prese tutti! Fece
una seconda sosta alla vetrina delle giarrettiere, indicandone una in
particolare alla commessa, poi, presa da un atto di estrema generosità, le
indicò anche un cerchietto da diavoletta.
Una volta imbustata la gran quantità di capi e ornamenti, la commessa, una
biondina dall'aria trasognata, attese paziente le direttive di Nabiki.
Questa tirò fuori dalla borsetta il portafoglio griffato, dal quale estrasse
una golden-card!
Non aveva mai visto una carta di credito tanto bella e scintillante, le altre
carte, paragonate a quella, scomparivano!
Sayuri gettò un'occhiata in tralice all'amica, che stava trattenendo il
respiro, mentre la commessa passava la carta sul bancomat.
- Respira Yuka! - la incitò stringendole le dita gelide della mano.
Eppure nemmeno Sayuri credeva ai suoi occhi! Le due studentesse, al segnale di
ricezione, sospirarono all'unisono, incantate.
Dal macchinario fuoriuscì, arricciandosi, lo scontrino fiscale.
Nabiki Tendo, la ragazza più parsimoniosa del Giappone, era impazzita, non
c'erano altre spiegazioni! Le amiche di Akane non potevano lontanamente
afferrare che per la senpai quello fosse solo un investimento...
Il mattino seguente, l'autunno cedette il passo ad un freddo più brusco,
anticipando di un paio di settimane la stagione invernale. Il fiume gorgogliava
piano da sotto il ponte.
Lungo il viale, poche foglie imbrunite sopportavano ancora le raffiche di vento
che si insinuavano tra i rami degli aceri.
Ranma e Akane, una volta raggiunto il cortile del Furinkan, rallentarono
repentinamente la loro corsa. Una cinquantina di ragazzi, studenti di età e
classi miste, erano accalcati davanti ad una bancarella allestita da niente
popò di meno che Nabiki!
Perché il preside non c'era mai quando serviva il suo intervento e la sua
ossessione per l'ordine?
Sembrava che la venditrice abusiva stesse facendo grossi affari, prima del loro
arrivo.
Privo di esitazione alcuna, Ranma afferrò Akane per un polso e si gettò nella
mischia facendosi largo a spallate. Vedendolo spuntare Daisuke gli dette una
gomitata leggera sul fianco, commentando:
- Quanta abbondanza! Beato te!
Il ragazzo col codino non gli badò e proseguì verso il suo obbiettivo
principale.
- 2.500! - urlò Gosunkugi, nascosto fra la marmaglia intervenuta.
Allora Kuno alzò un braccio, ribattendo all'offerta con l'esorbitante somma di:
- 3.000 yen!
- Nessuno offre di più? - commentò Nabiki mostrando di nuovo la fotografia,
oggetto dell'asta, facendola vedere bene da ogni angolazione ai compagni
allupati.
- Che... che significa! - esclamò Akane sconcertata, strappandole la foto con
rapacia.
A quel punto anche Ranma, fattosi curioso, dette una sbirciatina da sopra la
sua spalla!
La ragazza raffigurata nell'istantanea era Akane, sebbene in vesti assai
diverse dal solito.
Indossava della biancheria di pelle lucida, color cremisi, atteggiandosi a
top-model, con un cerchietto in testa, su cui spuntavano due piccole corna
glitterate... da diavolessa!
La posa plastica e persuasiva, con le mani sulle ginocchia strette e gli
avambracci a sorreggere il decolté generoso, non lasciava molto spazio
all'immaginazione...
Il giovane Saotome sentì improvvisamente caldo.
A differenza sua, Akane non si perse d'animo ed affrontò la sorella di petto:
- Nabiki! Esigo subito una spiegazione!
- Senti?
La minore inclinò la testa da un lato: - Cosa dovrei sentire?
- La campanella è già suonata, com'è tardi! Devo proprio scappare! - mentì
l'affarista portandosi fuori mira.
Prese con sé alcune foto, ed entrò seguita dalla corte di possibili compratori.
Kuno strinse l'amata Tendo al torace: - Perdonami Akane! Devo proprio andare!
- E allora cosa stai aspettando! - lo colpirono entrambi i fidanzati.
Tornata la calma Akane frugò sopra al banco. Raccolse numerosi scatti rimasti
di Ran-chan in intimo, ed altri ancora, di una ragazza che le somigliava
perfettamente, eccetto che nel senso del pudore.
Anche Ranma li osservava tutti con minuzia, auto-convincendosi che non fossero
semplici fotomontaggi! *Non conoscevo questo lato di Akane* scosse la testa a
quel pensiero, che tuttavia non si fece da parte – Che donna scostumata! -
sibilò perdendo il senno.
Sollevando un sopracciglio la fidanzata rimbeccò:
- Adesso mi hai promosso? Prima ero un maschiaccio, ora una donnaccia! Non
capisci che sono dei falsi creati da mia sorella?
- Dici? Guarda questa qui! Si vedono proprio bene la tua vita larga e il seno
piatto!
Un pugno lo colpì sopra la testa. - Scemo! Mi credi davvero così frivola?
Ranma non reagì come credeva, ma la guardò con occhi compassionevoli.
- Perché lo stai facendo? - sussurrò con tono protettivo.
- Eh?
- Prima mi chiedi tremila yen, ora posi per queste foto! Akane tu hai bisogno
di soldi, di' la verità! E' per via di un debito che hai con Nabiki, forse?
Guarda che posso aiutarti...
La fidanzata strinse i pugni, avanzando di un passo verso il coetaneo.
- Ma che diavolo stai blaterando! Ti ho detto in mille modi, che quella NON
SONO IO!
Effettivamente Ranma non la credeva capace di arrivare a tanto! Però le prove
parlavano chiaro, il soggetto delle foto era decisamente Akane, la sua
fidanzata, il suo maschiaccio! E tutti i ragazzi della scuola l'avevano vista
come a lui solo era permesso di vederla. Lo infastidiva sapere che non gli
rimaneva altro da fare, che ingoiare la bile, in silenzio? *No! No!
Assolutamente no!*
- Mi stai prendendo in giro? Si vede lontano un miglio che sei tu! - brontolò
esagitato.
- Io non metterei mai un reggiseno di pelle! - replicò seccamente l'altra, suo
malgrado arrossendo.
Ora che ci pensava, mentre la rabbia sfumava lasciando il posto ad un barlume
di lucidità, Ranma ricontrollò le foto che aveva con sé.
- Hai ragione – annuì consultando gli scatti della ragazza col codino. - Anche
quando mi trasformo in ragazza, porto sempre i boxer, mentre qui invece...
Akane sospirò. - Finalmente ci sei arrivato! Dobbiamo mettere mia sorella con
le spalle al muro! Sono sicura che è opera sua! - si ritrovarono
improvvisamente sulla stessa lunghezza d'onda.
- Non so cosa stia architettando, ma non mi piace...
Il suono precipitoso della campanella interruppe i loro discorsi sobillatori,
sancendo l'inizio delle lezioni.
Alla prima ora, avevano lezione con Hinako Ninomiya.
Infatti quella che credevano fosse la minuta insegnante d'inglese, fece il suo
ingresso cinque minuti dopo le 8,00. Si mise seduta sulla cattedra,
accavallando le gambe con cura.
- Qualcuno di voi può gentilmente ricordarmi dove andiamo quest'anno in gita?
Mi hanno informata che verrete accompagnati da me e dal professor Arata...
Hiroshi alzò la mano, e si fece portavoce della classe:
- A Shizuoka, staremo via una settimana – annunciò preciso.
Appresa la notizia la sosia della tutrice annuì interessata e prese a sfogliare
il registro.
- Benissimo bambini! Ora farò l'appello e uno alla volta, ognuno di voi mi consegnerà
il suo contributo di 6.000 yen per la gita... sapete le spese del pullman,
l'albergo, i musei...
- Ma, professoressa... – provò ad impietosirla Yuka – Abbiamo ancora due mesi
per poter consegnare i soldi, molti di noi non...
La maestra, che in realtà altri non era che Nabiki calatasi nella parte, lo
guardò malevola, facendola ammutolire.
– Sono sicura che tra di voi ci sono dei bravi bambini, pronti a pagare anche
per i compagni, non vorrete correre il rischio di far saltare la vostra
preziosa gita?
A quell'insinuazione Ranma decise d'intervenire e balzò in piedi.
- Se vuole il denaro, ci deve obbligare! Coraggio, tiri fuori la sua monetina
portafortuna da cinque yen! La sfido! - la esortò, mettendosi in mostra.
Quella scosse il capo - Saotome, non vuoi andare in gita con gli altri?! - e
cominciò a chiamare:
- Atame Hiroji, tu che fai? Partecipi o segui il cattivo esempio di Saotome?
Il ragazzo si avvicinò a spalle basse alla cattedra e consegnò la sua parte.
- Anju Ame – continuò la maestrina.
Dal fondo della classe, la seconda della lista si accinse ad accontentarla,
come aveva fatto poco prima Hiroji.
Stava contando i soldi ricevuti, quando d'improvviso le spuntarono due soffici
orecchie appuntite sulla testa, mentre una vaporosa coda ramata le scodinzolò
da dietro.
Nello stesso momento la vera Hinako comparve in classe, portando con sé un
cartone pieno di micini.
- Scusate il ritardo! Ho trovato questi gattini in sala insegnanti, carini
vero? - poi voltandosi verso la cattedra incrociò lo sguardo della falsa sé.
- E tu chi sei?
Scoperta, Nabiki tentò la fuga, riuscendo a superare la soglia, aiutata dal
fatto che Ranma, alla vista dei minuscoli felini fosse andato letteralmente in
tilt.
*Che mi sta succedendo?* s'interrogò guardandosi riflessa nei vetri delle
finestre della scuola, arrossendo. *Sembro volpizzata! A meno che questo non
sia un effetto collaterale, forse c'è un limite di tempo massimo, alle
trasformazioni* decise.
Infine, mettendosi l'anima in pace, si focalizzò sul suo aspetto
naturale e ritornò in sé.
Akane sospirò, frustrata. Aveva cercato per un’ora buona in
ogni angolo dell’istituto, trascinando per il codino un Ranma ancora
traumatizzato dalla vista delle fameliche bestiacce, eppure della falsa
Hinako non vi era alcuna traccia. Come aveva fatto a dileguarsi così
rapidamente?
- Non ci capisco più niente: prima gli assurdi fotomontaggi
di Nabiki, adesso abbiamo un nuovo scambio di persona, che coinvolge persino la
professoressa Hinako… cosa sta succedendo oggi?!
- Per me c’è dietro la stessa mano! - ragionò il fidanzato,
ormai ripresosi. - Qualcuno si sta prendendo gioco di noi… ma gliela faremo
pagare!
Akane annuì debolmente, in realtà sovrappensiero. In
particolare, non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine delle orecchie e
della coda ramate del loro misterioso avversario.
- Se non fosse impossibile, giurerei che siamo finiti dentro
ad uno di quegli antichi racconti popolari… sai, quelli dove le volpi
dispettose ingannano qualche persona ingenua e credulona.
Ranma scosse le spalle.
- Tsé, non dire sciocchezze! Queste cose non avvengono nella
realtà, cretina!
- Cretino tu! - s’infervorò lei. - Perché allora non trovi
un’altra spiegazione, visto che ti ritieni tanto esperto?!
- Beh, è ovvio che… cioè, insomma… - incespicò sulle parole
lui. - Comunque, mi sembra chiaro che c’è sotto qualche trucco!
Il volto di Akane s’illuminò.
- Se è così… forse conosco chi è in grado di svelarcelo!
La vecchia, in equilibrio sul solito bastone, scosse il capo
con fare comprensivo.
- Un misterioso mutaforma? Mi dispiace, futuro marito, ma
non ho proprio idea di come potrei aiutarvi.
Akane, a quelle parole, non nascose un moto di delusione.
- Ah… eppure credevo potessi darci qualche informazione
utile, dato che sai di tutto.
- In effetti, sorprendi anche me, Obaba. - osservò il
ragazzo con il codino. - Ti ho sempre considerato un “mostro” infinito di
conoscenza… in tutti i sensi, dato il tuo aspetto.
- Ranma! - la fidanzata lo richiamò con una gomitata.
L’anziana amazzone non mostrò, sorprendentemente, di essersi
offesa. Tacque, senza battere ciglio.
Obaba cercava di non darlo a vedere, ma ogni secondo che
passava si sentiva sempre più a disagio.
In realtà la situazione le era chiara, ma questo i suoi
interlocutori non avrebbero dovuto scoprirlo. Aveva commesso un errore molto
grossolano, tuttavia ammetterlo sarebbe stato ancora più disonorevole dello
sbaglio stesso. Semplicemente, quanto accaduto non era degno del valore di
un’amazzone di Joketsuzoku.
- Cercherò tra i miei libri. - disse infine. - Forse uno di
essi parla di queste volpi. Ma non posso garantirlo.
Quando i suoi ospiti si furono accomiatati ed ebbero
lasciato il Nekohanten, la nipote uscì allo scoperto.
- Aiya, bisnonna! Pelché non hai pelmesso a Shampoo di
vedele Lanma? Salemmo potuti uscile insieme!
- Questo non è il momento, bambina. - la rimproverò Obaba. -
Ci sono faccende più serie, ora.
Shampoo fissò l’anziana parente con fare confuso.
L’altra proseguì: - Ricordi la boccetta che sto cercando
senza sosta da ieri? Ebbene, l’ho trovata pochi minuti fa, all’ingresso del
ristorante. Ma è vuota.
- Oh! - accennò l’amazzone più giovane. - Quella che hai
fatto mandale pel posta? Shampoo ha semple detto che non è bene fidalsi delle
poste giapponesi.
- Credo che le cose siano andate diversamente. - disse
gravemente Obaba. - Gli strani fenomeni che mi ha raccontato il futuro marito
mi fanno pensare che qualcuno si sia… diciamo, impadronito del suo contenuto. -
qui abbassò la voce, imbarazzata: non era facile prendere atto di essersi fatta
derubare con tanta facilità dal primo venuto. - Questo qualcuno, ora, sta
probabilmente gettando la città in preda al caos.
- Come? Dopo avele pleso un poco d’acqua?
- Non è semplice acqua. Quella che avevo ordinato proveniva
dalla Kitsunenichuan. - mormorò la vecchia. - Si tratta di una delle sorgenti
maledette di Jusenkyo: per la precisione, la fonte in cui, secondo la tragica
leggenda, duemiladuecento anni or sono annegò una giovane kitsune.
- Una che?
- Le kitsune sono le volpi giapponesi: creature
sovrannaturali dai grandi poteri magici, il principale dei quali consiste nel
mutare aspetto a loro piacimento.
- Aiya! Questo vuol dile che…
- Che chiunque venga a contatto dell’acqua incantata si
trasforma in una kitsune, assumendo i suoi poteri…
Poteri che avrebbero fatto molto comodo al villaggio
amazzone. Sarebbe stato facilissimo incastrare il futuro marito e convincerlo
finalmente a sposare Shampoo, magari sciogliendo l’altro fidanzamento nei panni
di Soun Tendo, o perfino “scaricandolo” dopo aver assunto le sembianze di
Akane. Ma Obaba tenne questi pensieri per sé, preferendo mandare la nipote
all’inseguimento.
- Ora va’, bambina! Bisogna neutralizzare l’ignoto ladro a
qualunque costo!
- Subito, bisnonna!
Shampoo corse fuori dal locale, salvo rientrare qualche
secondo più tardi per fronteggiare nuovamente l’interlocutrice.
- Uhm… una domanda. Se fulfante cambia aspetto come vuole,
Shampoo come fa a tlovallo?
- Osservazione più che legittima. - annuì Obaba. - Ma so
come risolvere questo problema. Ascoltami bene: per cominciare, ti recherai
immediatamente al più vicino negozio di animali e…
Avevano cercato in lungo e in largo per mezza Nerima, ma
ancora non avevano trovato il benché minimo indizio.
Akane sbuffava continuamente, anche se non sembrava volerne
sapere di arrendersi.
Ranma non era altrettanto seccato, lui riusciva a vedere il
lato buono della medaglia: almeno, quel giorno, avevano eluso le lezioni.
La stanchezza, tuttavia, si faceva sentire per entrambi.
Quando furono sul punto di muovere i loro passi verso casa, i due fidanzati
scorsero però una figura ben nota. In effetti, era impossibile non scorgerla,
visto quanto dava nell’occhio.
- Quella è… Shampoo? - si domandò Akane.
La ragazza era indubbiamente Shampoo. Ma il posto del
consueto completino cinese era preso da un abbigliamento ben strano, che
comprendeva un paio di pantaloni bianchi, dei tozzi stivali e una giacchetta
rossa. Come se questo non fosse di per sé sufficiente ad attirare l’attenzione
dei numerosi passanti, l’amazzone stava portando al guinzaglio un cane: meglio,
era il bracchetto a trascinare lei, come se stesse fiutando una pista.
- Ma cosa sta facendo? - la fissò perplesso Ranma.
- Qui gatta ci cov… - Akane si interruppe, avvertendo la
tensione del fidanzato, e decise di cambiare espressione. - C’è qualcosa di
molto strano. Sembra assurdo, ma direi che Shampoo si è attrezzata per una
caccia alla volpe.
- Hai detto volpe? - scattò Ranma. - Un momento! Anche Obaba
aveva parlato di volpi, ma noi non gliene avevamo fatto alcun cenno… Quelle due
cinesi ci stanno nascondendo qualcosa!
- Presto, non dobbiamo perdere di vista Shampoo! - intimò
Akane.
I due fidanzati tallonarono a distanza la cinesina, fino ad
entrare nel parco pubblico.
Qui, il bracchetto seguì con decisione un sentiero, fino ad
arrestarsi e a puntare deciso in direzione di una coppietta poco lontana.
Trovandosi a debita distanza per non farsi vedere, non
riuscivano a distinguere le due figure: eppure, tanto Akane che Ranma
avvertirono un brivido dietro la schiena, come se fossero sul punto di scoprire
qualcosa di spiacevole.
Aggirando Shampoo, e nascostisi dietro un albero, furono
finalmente abbastanza vicini da identificare i due pedinati.
All’inattesa rivelazione, rimasero entrambi a bocca aperta
per un paio di minuti.
Quella mattina, aveva rischiato grosso. Nabiki lo sapeva
bene, come sapeva che non era il caso di sfidare ulteriormente la sorte:
cos’avrebbe fatto se, durante una trasformazione, avesse assunto
permanentemente l’aspetto di una volpe?
Tutte considerazioni ragionevoli, che non facevano una
grinza, e che si era ripetuta più volte mentre faceva ritorno nella sua classe.
Non aveva fatto in tempo, tuttavia, a varcare la porta
dell’aula, che ne era uscito uno smanioso Tatewaki Kuno. Il compagno si era
mosso proprio alla sua ricerca, impaziente di dare attuazione a una certa
trattativa.
Nabiki, da parte sua, aveva annuito sorridente.
Al diavolo ogni prudenza, non poteva certo mandare all’aria
l’affare del secolo.
*Questo è il giorno più felice della mia vita!* sospirò
trasognante il senpai, tra le copiose lacrime di commozione. *Mi è costato un
patrimonio, ma alfine Nabiki Tendo è riuscita a procurarmi l’appuntamento che
agognavo da così tanto tempo.*
Accanto all’adolescente in tenuta da kendoka, Akane gli
teneva affettuosamente il braccio, mentre con l’altra mano gustava un delizioso
cono gelato. Stavano percorrendo il “viale dell’amore” e, a dispetto della
fredda stagione, nella testa di Kuno gli alberi erano in fiore e gli uccellini
parevano cantare la loro felicità.
- Dolce Akane Tendo, è tutto così perfetto. - disse
Tatewaki. - Tuttavia, c’è qualcosa che mi sfugge… dov’è finita l’avvenente
ragazza col codino?
La falsa Akane si staccò dall’abbraccio e indicò lesta verso
l’alto.
- Guarda, senpai! Un asino che vola!
Kuno si voltò, mentre l’accompagnatrice assumeva le
sembianze di Ranma ragazza.
- Che sciocchina che sei, Akane. Non è possibile vedere gli
asini che volano… oggi il cielo è troppo nuvoloso! - spiegò pieno di
comprensione. - Oh, ragazza col codino, eccoti qua! Dove ti trovavi?
- Eh, eh, eh! Giocavo a nascondino. - improvvisò quella.
- Birichina come sempre… ma ora non vedo più Akane Tendo!
- Osserva, senpai! Il cielo si è rischiarato!
- Oh! Forse sarò in grado di avvistare il bizzarro somaro
alato, questa volta! - Tatewaki alzò nuovamente lo sguardo.
Nabiki si ritrasformò in un baleno, prima che Kuno tornasse
a guardarla.
- Akane! - esclamò lui, pieno di gioia.
La secondogenita di casa Tendo sospirò, stanca ma felice.
*Tutte queste trasformazioni sono sfiancanti, ma
quest’appuntamento “a tre” mi sta rendendo una fortuna!*
Istintivamente, infilò la mano libera nella tasca della
divisa scolastica. La misteriosa sfera stava ancora al suo posto.
Non ne capiva ancora il motivo, ma Nabiki avvertiva che era
legata in qualche modo ai suoi nuovi poteri.
Il suo istinto pratico le raccomandava di non perderla di
vista.
E l’istinto di Nabiki non sbagliava mai.
- Finalmente il “signor Volpe” è a portata di mano! - Ranma
scrocchiò le nocche.
- Non essere impulsivo. - lo ammonì Akane. - Dobbiamo essere
sicuri che non ci sfugga di nuovo, per questo bisogna coglierlo di sorpresa.
Attaccheremo insieme al mio tre. Uno… due…
- Aaaah! Che cavolo fai, cane pulcioso?!
Il bracchetto era partito improvvisamente a spron battuto,
trascinando con sé Shampoo, per poi arrestarsi ai piedi dell’albero dove si
stavano nascondendo i due fidanzati, e quindi alzare la zampina: sempre ai
piedi, ma di Ranma.
- Maledetto cagnaccio, questa me la paghi!
- Ranma, sei uno stupido! Abbassa la voce, così ci sentono
tutti!
- Perché tu invece stai bisbigliando, vero?!
- Aiya! Shampoo è sbigottita! Volete dilmi cosa ci fate voi
due qua?
- Questo siamo noi che dovremmo chiederlo a te!
Kuno e la compagna, ovviamente, avvertirono il frastuono e
si voltarono in direzione del trio.
- Che cosa?! Ci sono due Akane Tendo! - esclamò colpito il
senpai, per poi fissare quella falsa. - Ma allora forse non vorrai…
- Accidenti, sono stata scoperta! - Nabiki perse il
controllo della trasformazione, tornando all’istante se stessa ma assumendo,
nel frattempo, le orecchie e la coda di volpe.
- Che delusione, sei solo Nabiki. - commentò Kuno. - E io
che stavo per offrire alle due Akane un secondo cono gelato!
- Nabiki?! Ora si spiega tutto! - la chiamò in causa Akane.
- Ti sei trasformata in me e ti sei scattata quelle foto vergognose da sola, e
giusto per soldi… come sei potuta arrivare a tanto?! - esclamò indignata.
- La colpa è dello spilito della volpe che l’ha posseduta! -
spiegò Shampoo.
Ranma si lanciò contro la media delle Tendo. - Spirito o non
spirito, questa volta non avrò riguardo nemmeno per te!
La sua offensiva fu tuttavia arrestata dal volto minaccioso
di Soun, che gli si parò davanti.
- Coooome?! Non vorrai forse fare del male alla mia bambina,
veeeeero?!
- Aaaaah! Perdonami, Tendo! Non volevo, giuro che non volevo!
- gesticolò terrorizzato il ragazzo.
- Ci sei cascato, ci sei cascato! - lo canzonò Nabiki,
riprendendo il proprio aspetto e rovesciando un secchio d’acqua addosso al
disgraziato.
- Maledetta! - ringhiò Ranma-chan. - Pensi forse di potermi
fermare trasformandomi in ragazza?
- Io no. Sarà lui a farlo…
- Giocavi di nuovo a nascondino, eh? Tana per la ragazza col
codino! - esclamò Kuno, cingendo il petto della sua adorata.
- Levami le mani di dosso, idiota!
- Non ho ancora capito molto bene come stanno le cose, ma
secondo me è stata piuttosto mia sorella a possedere lo spirito della volpe… -
commentò Akane.
- Ah, gualdate! - fece Shampoo. - Nabiki Tendo ha
applofittato della confusione pel scappale!
- Lei può aspettare. In quanto a te… - Akane la fissò in
cagnesco. - Sarebbe ora di spiegarci qualcosa, penso.
- Akane ha ragione! - rincarò la ragazza con la treccia. -
Da quand’è che Nabiki ha questi poteri?
- Basta parlare, dobbiamo riprendere il nostro appuntamento!
- osservò Kuno, abbracciando insieme Akane e Ranma-chan.
- Sparisci, tu!
Dopo che Tatewaki Kuno fu mandato in orbita, la cinesina
raccontò ogni cosa.
- Così, dobbiamo fermare Nabiki prima che perda il controllo
dei suoi poteri. - constatò Akane, una volta che Shampoo ebbe terminato di
esporre. - Ma immagino che bagnare mia sorella con l’acqua calda non sarà
affatto semplice!
Shampoo annuì severamente.
- La bisnonna ha spiegato a Shampoo che esiste un altlo
metodo, pel neutlalizzale gli effetti della fonte Kitsunenichuan. Dovlemo
impadlonilci della “sfela della stella”: la Hoshi no Tama…
Dietro all'angolo di un'abitazione non lontana dal parco,
Nabiki ascoltava in silenzio.
Infilò una mano nella tasca, tenendo salda la piccola sfera
rilucente, tra le dita.
*La Hoshi no Tama... ora è tutto chiaro!* dischiuse le
labbra in un sorriso ammiccante, stringendola nel pugno.
Shampoo stava ancora spifferando a Ranma e sua sorella che
la forza insita nella sfera adunava a sé tutto il potere di una kitsune.
Nel caso, remoto, in cui il futuro cognato e le ragazze
fossero riusciti ad appropriarsene, Nabiki sarebbe stata schiavizzata. Avrebbe
perso ogni controllo sui poteri, subendo ogni genere di sberleffo dal nuovo
padrone della biglia di cristallo. Rabbrividì al solo pensiero!
Ma questa era la migliore delle ipotesi... se davvero
fossero riusciti a impossessarsi della sua sfera della stella, c'era la
possibilità che quegli sciagurati volessero distruggerla, una volta per tutte!
Depositò con cura il prezioso oggetto nella tasca della
giacca, sfregandola come un portafortuna.
*Che razza di gente senza cuore! Ma io non permetterò che ci
separino...*
Un quarto d'ora dopo, i suoi inseguitori furono guidati dal
fiuto del fedele bracchetto, per le vie del centro.
Il cane non faceva che fermarsi sulle zampe posteriori,
grattando le vetrine, ora del macellaio, ora del pasticcere, si era perfino
fiondato sull'uomo del banco delle caldarroste!
- Stupido cane! - piagnucolò Shampoo mordendo il guinzaglio,
impedendogli di rovesciare le appetitose castagne dal tavolo.
Ranma si grattò la cima della frangetta - Stiamo girando in
tondo da una vita, così non arriveremo a niente! Nabiki potrebbe essere
dovunque!
Riflettendo su quanto detto, Akane scosse la testa – Non è
esatto! Mia sorella si troverà dovunque possa spillar soldi!
- Giusto! Dobbiamo controllare tutte le persone sospette!
Shampoo prese in parola Ranma e agguantando per il collo il
venditore delle caldarroste, lo minacciò:
- Basta coi giochetti! Tlasfolmati subito, lazza di
aguzzina!
Ma quello era troppo spaventato persino per gridare che il
cane della cinese si stava leccando i baffi coi frutti del suo lavoro.
- Non è lui! - lo lasciò andare a peso morto quella, una
volta compreso l'errore.
Intanto Ranma si era diretto verso una cartomante, che aveva
una lunga fila di clienti.
Akane aveva scelto un maneggiatore di palloncini per
bambini, come preda.
Passarono in rassegna tutti gli artisti di strada,
spaventandoli a morte, ma nessuno fece al caso loro, finché Akane non s'imbatté
in Ryoga. Il quale la salutò timidamente.
- A-Akane! Sei qui?
- Ryoga! Quanto tempo! Sei tornato da uno dei tuoi viaggi?
Il ragazzo ebbe un attimo di esitazione, poi rispose.
- Sì, sono stato a Nagoya nemmeno tre giorni fa e non
credevo proprio...
- Hai visto Nabiki nei paraggi? - lo interruppe
disinteressato Ranma.
Hibiki stese il braccio a destra – E' andata da quella
parte... perché?
Nessuno gli rispose, Akane, Ranma e Shampoo erano partiti in
quarta.
*Che sciocchi!* sorrise divertito il ragazzo, riprendendo le
sembianze della secondogenita dei Tendo.
Niente.
Erano andati fuoripista.
Avevano fallito, ma prima o poi Nabiki avrebbe rincasato e
allora l'avrebbero sistemata.
Ranma e le coetanee erano pronti ad attenderla sulla soglia,
anche se non proprio a braccia aperte...
Non si aspettavano però di vederla sopraggiungere nella sua
forma naturale, tenendo fra le mani un barattolo pieno di biglie!
La rabbia fagocitò Ranma.
Era davvero troppo! A costo di contare le innumerevoli
biglie per il resto della sua giovinezza, avrebbe trovato la Hoshi no Tama!
Nabiki alzò un sopracciglio – Volevate darmi il benvenuto?
- Tu non sai quanto! - sputò tra i denti il giovane Saotome.
La ricercata nascose il barattolo dietro la schiena,
assumendo un'espressione ragionevole, mentre le crescevano le orecchie e la
coda da volpe.
- D'accordo, potrete diventare miei soci, vi va bene il 10%?
- C'hai provato sorellina, accontentati di questa giornata
fortunata...
Ranma bloccò l'uscita, Akane la immobilizzò per le spalle,
Shampoo le saltò dietro, ma lei scodinzolando lasciò cadere in mille pezzi il contenitore
di vetro.
Le biglie rotolarono come pioggia sul parquet.
Con la Hoshi no Tama nella sua tasca, sorrise, mentre quei
tre pasticcioni si preoccupavano di ritrovarla, tra le centinaia sparse sul
pavimento di legno.
Un piano magnifico, che forse, se non avesse assaporato
quella scena, concentrandosi su dove metteva i piedi per svignarsela, avrebbe
funzionato a puntino!
Peccato dunque, che le fosse toccato in sorte di scivolare
all'indietro.
Mentre Nabiki cadeva spalancando la bocca in un urlo
attonito, la sfera della stella sgusciava dalla tasca della giacca per finirle
dritta, dritta in gola.
Fu tutto molto rapido e terribile.
Si mise seduta, cercando di risputarla, senza ottenere il
risultato sperato, ma forse era meglio così.
Ora nessuno poteva rubargliela, soprattutto nessuno poteva
più fermarla!
- Stai bene sorellina? - le chiese premurosa Kasumi, una
volta che le fu vicina.
Gli altri, meno premurosi, erano in evidente stato di shock.
- Siamo tutti condannati al caos, come aveva detto la
bisnonna! - esclamò Shampoo.
- Non oso pensare al regno del terrore a cui Nabiki ci
condannerà! - biascicò la sorella minore.
- Credo che partirò seduta stante per un viaggio di
allenamento… - mormorò il ragazzo con il codino.
EPILOGO.
La mattina successiva, il mondo si preparò tremante ad
accogliere le nuove gesta dell’implacabile kitsune.
Tuttavia, un’ultima sorpresa era ancora in agguato.
- Come sarebbe a dire che hai perso i tuoi poteri?! -
domandò incredulo Ranma.
- Non è un altro scherzo, vero, Nabiki? - chiese titubante
Akane.
- No, vi assicuro che dico sul serio. - fece quella, uscendo
dal bagno. - Oh beh, tanto ho fatto in tempo a guadagnarci una piccola
fortuna. Quello che non capisco è cosa mai sia successo…
Fu così che ebbe termine il brevissimo regno del terrore di
Nabiki Tendo.